In ogni progetto chiedo a Play di spingere al limite le possibilità della tecnologia, in termini di precisione, resa e affidabilità, affinché possa diventare parte del linguaggio creativo. Ho bisogno di sapere che è possibile ciò che nella mia mente è già accaduto. Un pianoforte e un soprano che dialogano attraverso 3000 metri di cavo, il viso e la voce di Giuliana Lojodice che si muovono tra cornici antiche ed il suono di una celesta, un concerto che avvolge, circonda e abbraccia mentre si passeggia nelle sale di un castello guardando Caravaggio.